Per scoprire l’importanza della salvaguardia dei ricordi di famiglia, grazie al lavoro degli archivi, e le potenzialità creative del materiale realizzato dai cineamatori, abbiamo incontrato Giulio Pedretti, presidente dell’Archivio Regionale di Film di Famiglia Superottimisti.
Com’è nato il vostro progetto?
Superottimisti nasce a Torino nel 2007, come progetto dell’Associazione Documentary in Europe. L’idea di fondare un archivio regionale dedicato al cinema di famiglia risponde al crescente interesse di quegli anni per questo genere cinematografico, sia per quel che riguarda gli studi accademici (del 2002 la fondazione dell’Archivio Nazionale Home Movies di Bologna), ma anche grazie a rivisitazioni creative in documentari prodotti allora in Italia (dello stesso anno Un’ora sola ti vorrei di Alina Marazzi, ad esempio).
Superottimisti risponde all’urgenza di salvaguardare questo patrimonio, che racconta la storia dal punto di vista dei cittadini, in maniera spontanea, e che restituisce le emozioni di quella che era la vita delle famiglie. Ad oggi è una delle realtà italiane dedicate al cinema di famiglia più conosciute, in rete con altre realtà locali, nazionali e internazionali.
Come avviene la raccolta del materiale da archiviare?
La raccolta avviene attraverso bandi pubblici e privati, legati o a raccolte generiche, in cui i cineamatori ci contattano, oppure attraverso progetti ancora più mirati (raccolte legate a province, città, quartieri e circoscrizioni).
La difficoltà del nostro lavoro sta nel far conoscere il progetto ai possibili cineamatori che conservano ancora questi materiali, e quindi nel convincerli a tirar fuori da cantine e soffitte un patrimonio che spesso non viene rivisto da anni o da decenni, e che per loro non è di interesse per persone che non siano familiari. Obiettivo dell’archivio è far capire che quel che loro hanno è esattamente quello che cerchiamo, perché racconta i cambiamenti storici e sociali e crea un mosaico della vita quotidiana degli ultimi cento anni (le prime bobine che conserviamo sono degli anni Venti).
Superottimisti è coinvolta in numerose attività di valorizzazione degli archivi. Ci puoi fare qualche esempio di collaborazione portata avanti con successo?
Intravedendo una grande potenzialità nello sviluppo di progetti culturali, Superottimisti si è specializzato negli anni, concentrandosi in particolar modo sulla valorizzazione creativa dei materiali, che può avvenire attraverso tre canali. Uno è il riutilizzo creativo attraverso iniziative legate al territorio, ad esempio con l’organizzazione di eventi pubblici, come sonorizzazioni dal vivo o installazioni museali. Un altro modo è con percorsi di formazione, tramite laboratori che realizziamo nelle scuole di ogni ordine e grado, dalle elementari fino a corsi post-laurea.
Infine, una valorizzazione da un punto di vista professionale, legata al mondo del cinema, mettendo i materiali a disposizione di case di produzione, autori o registi, che li riutilizzano in maniera completamente nuova. L'archivio, nel nostro modo di intenderlo, è un tramite tra le case di produzione e i cineamatori: le famiglie ci affidano i loro ricordi e noi abbiamo il compito di tutelarli (grazie ad un’attenta selezione dei progetti a cui destinare i materiali), coinvolgendo il cineamatore in tutto il processo produttivo.
Ci fa piacere citare un progetto internazionale svolto a Nairobi nel 2022, in cui abbiamo fatto realizzare a studenti universitari rifugiati un cortometraggio che racconta la storia di una ragazza scappata dal Ruanda in Kenya, attraverso il riutilizzo creativo di materiali di archivio italiani, uniti a riprese realizzate ex-novo. Questo lavoro ha portato allo sviluppo di un discorso sui rifugiati a causa dei cambiamenti climatici ed è stato presentato al Festival CinemaAmbiente, in un evento che ha coinvolto anche l’Ambasciata Italiana in Kenya, UNHCR e UNICRI.
Nato all’interno della residenza artistica Re-framing Home Movies, invece, il corto documentario Death of a Mountain di Nuno Escudeiro, presentato a IndieLisboa nel 2023 e che parteciperà alla prossima edizione del Trento Film Festival.
In conclusione, Giulio Pedretti vuole far emergere le enormi potenzialità creative dei materiali di archivio, sottolineando come parlino ad un pubblico trasversale che, pur non avendo dimestichezza con il linguaggio cinematografico, ne resta affascinato. Il motivo? Perché si riconosce nelle immagini che vede, così come gli studenti a Nairobi si riconoscevano nei film di una famiglia italiana degli anni Sessanta, pur avendo vissuto storie drammatiche, legate anche ai loro familiari. Le reazioni che avevano, vedendo questi filmini di realtà lontanissime, da un punto di vista storico, geografico e culturale, erano empatiche, perché il cinema di famiglia è universale.
Per maggiori informazioni:
IL CASSETTO SEGRETO
Regia di Costanza Quatriglio
Sinossi
La Sicilia, il mondo, una casa, una biblioteca. Nel gennaio 2022 Costanza Quatriglio torna nella casa dov’è cresciuta, chiusa da tempo, e apre le porte ad archivisti e bibliotecari per donare alla Regione Siciliana l’universo di conoscenza appartenuto al padre giornalista. È la biblioteca e l’archivio di Giuseppe Quatriglio, firma storica del Giornale di Sicilia e di altre importanti testate, scrittore, saggista e amico di uomini di cultura del Novecento.
Comincia così un viaggio sentimentale attraverso fotografie, bobine 8mm, registrazioni sonore realizzate dal padre dagli anni ‘40 in poi in Europa e nel mondo, e le riprese effettuate dalla regista tra il 2010 e il 2011 con lui quasi novantenne. La memoria personale e la memoria collettiva si mescolano in un fitto dialogo tra presenza e assenza. Palermo e la Sicilia, con la loro storia e la loro cultura, sono il punto di osservazione del mondo da cui tutto parte e a cui tutto torna.
Comments